Maria Madre della Chiesa

Mater Ecclesiae
Il mosaico fu montato il 7 dicembre 1981. II giorno seguente, Giovanni Paolo II lo benedisse, manifestando il desiderio che quanti verranno in questa piazza San Pietro elevino verso di Lei lo sguardo, per dirigerle, con sentimenti di filiale fiducia, il proprio saluto e la propria preghiera

Solamente dal 2018 è entrata nel Calendario romano la “festa” odierna della “beata Vergine Maria Madre della Chiesa”. E, come stabilito da papa Francesco, la memoria liturgica viene celebrata ogni anno in modo obbligatorio il Lunedì dopo Pentecoste, come stabilito dal decreto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti datato 11 febbraio 2018, memoria della Madonna di Lourdes.

Come spiega tale decreto, questa celebrazione inserita nella preghiera liturgica della Chiesa «aiuterà a ricordare che la vita cristiana, per crescere, deve essere ancorata al mistero della Croce, all’oblazione di Cristo nel convito eucaristico, alla Vergine offerente, Madre del Redentore e dei redenti».

La memoria è inserita in tutti i calendari e libri liturgici per la celebrazione della Messa e della Liturgia delle Ore.È  pertanto una maturazione, anche in ambito liturgico, del legame che unisce ogni battezzato e l’intera Chiesa alla Madre del Signore.

Già nelle Litanie lauretane – per volontà di san Giovanni Paolo II nel 1980 – la Madonna è venerata come Madre della Chiesa. Era stato comunque il santo papa Paolo VI, il 21 novembre 1964, a conclusione della terza Sessione del Concilio Vaticano II, a dichiarare la Vergine «Madre della Chiesa, cioè di tutto il popolo cristiano, tanto dei fedeli quanto dei pastori, che la chiamano Madre amantissima» e a stabilire che «l’intero popolo cristiano rendesse sempre più onore alla Madre di Dio con questo soavissimo nome».

Nel 1975, in occasione dell’Anno Santo della Riconciliazione, la Santa Sede propose una Messa votiva in onore della Madre della Chiesa, successivamente inserita nel Messale romano. Ma ciò non era parte delle memorie del Calendario liturgico. E ancora nel 1986, sempre durante il pontificato di papa Wojtyla, vennero pubblicati altri formulari nella raccolta di Messe della beata Vergine Maria. Ed è accaduto anche che ad alcune nazioni (come Polonia e Argentina), diocesi e famiglie religiose che ne facevano richiesta fosse concessa la possibilità di aggiungere questa celebrazione nel loro Calendario particolare. Attualmente la celebrazione di Maria Madre della Chiesa è divenuta universale per tutta la Chiesa di rito romano e obbligatoria. La decisione ha voluto promuovere una «devozione» che può «favorire la crescita del senso materno della Chiesa nei pastori, nei religiosi e nei fedeli, come anche della genuina pietà mariana», chiarisce il citato decreto.

La scelta di questo giorno ha radici bibliche. «Gli Atti degli Apostoli raccontano che la Madre di Gesù è presente nel Cenacolo, in preghiera con gli Apostoli in attesa della venuta dello Spirito Santo. Pertanto il giorno celebrativo vuole evidenziare che la Chiesa della Pentecoste, animata dallo Spirito del Risorto, cammina nel tempo sotto la premurosa guida materna della Vergine.

Il titolo di Maria Madre della Chiesa ha radici profonde. Il fatto che la Vergine Maria sia Madre di Cristo e insieme Madre della Chiesa era già in qualche modo presente nel sentire ecclesiale a partire dalle parole “profetiche” di sant’Agostino e di san Leone Magno. Il primo, infatti, dice che Maria è madre delle membra di Cristo, perché ha cooperato con la sua carità alla rinascita dei fedeli nella Chiesa; l’altro poi, quando evidenzia che la nascita del Capo è anche la nascita del Corpo, indica che Maria è al contempo madre di Cristo, Figlio di Dio, e madre delle membra del suo corpo mistico, cioè della Chiesa.

Porre attenzione alla maternità ecclesiale di Maria non è coltivare una devozione mariana fra le tante, ma obbedire al volere di Gesù. Infatti essa si fonda sulla volontà testamentaria di Cristo perché è il Vangelo stesso di san Giovanni a testimoniare quali siano state le ultime volontà di Gesù in croce. Dicendo a Maria, che stava ai piedi della croce:“Donna, ecco il tuo figlio!”, ha voluto che si prendesse cura di ogni suo discepolo come madre; e dicendo al discepolo amato:“Ecco tua madre!”, ha chiesto che ogni discepolo nutrisse un legame filiale con Maria».

Riflessioni teologiche scaturite dalla lettura del Vangelo di Giovanni portano ad affermare che la Madonna – come del resto sottolinea anche il decreto – «accettò il testamento di amore del Figlio suo ed accolse tutti gli uomini, impersonati dal discepolo amato, come figli da rigenerare alla vita divina, divenendo amorosa nutrice della Chiesa che Cristo in croce, emettendo lo Spirito, ha generato. A sua volta, nel discepolo amato, Cristo elesse tutti i discepoli come vicari del suo amore verso la Madre, affidandola loro affinché con affetto filiale la accogliessero».

Già nel Cenacolo Maria ha iniziato la propria missione materna pregando con gli Apostoli in attesa della venuta dello Spirito Santo. E la scelta della memoria liturgica nel Lunedì dopo Pentecoste è legata proprio a questa presenza della Vergine nel Cenacolo. Nel corso dei secoli – aggiunge il documento del dicastero vaticano – «la pietà cristiana ha onorato Maria con i titoli, in qualche modo equivalenti, di Madre dei discepoli, dei fedeli, dei credenti, di tutti coloro che rinascono in Cristo e anche di “Madre della Chiesa”, come appare in testi di autori spirituali e pure del magistero di Benedetto XIV e Leone XIII».


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