La pace è ogni passo

Il Signore disponga opere e giorni nella sua pace perché la pace sia ogni passo. Buon cammino per ogni giorno del nuovo anno ed Auguri per un 2020 ricco di buone novità; perché sappiamo edificare con l’aiuto di Dio e pazienti nella speranza, giorno dopo giorno, nuove solidarietà e fraternità. Claudio


Vado riflettendo alla luce delle parole della piccola “matita nelle mani di Dio”, come si definiva Madre Teresa dei piccoli e dei poveri di Calcutta e di tutto il mondo.

Provare a guardare il mondo ed il nuovo anno dal punto di vista, dalla prospettiva, dei poveri.

Il frutto del silenzio è la preghiera.

I poveri non hanno voce.

Noi siamo abituati a pensare che pregare equivale a dire tante cose, toppe parole.

Eppure Gesù ha detto chiaramente come deve essere il nostro rapporto con il Padre (Mt. 6,5-8):

5 E quando tu preghi, non essere come gli ipocriti, perché essi amano pregare stando in piedi nelle sinagoghe e agli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini; in verità vi dico, che essi hanno già ricevuto il loro premio. 6 Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta, chiudi la tua porta e prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà pubblicamente. 7 Ora, nel pregare, non usate inutili ripetizioni come fanno i pagani, perché essi pensano di essere esauditi per il gran numero delle loro parole. 8 Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa le cose di cui avete bisogno, prima che gliele chiediate.”

Possiamo avere in dono, da questo tempo nuovo, la pazienza di cercare Dio attraverso la via del silenzio e dell’ascolto.

Scopriremo che questa è la via per la ricerca di Dio ma anche per la ricerca dell’umanità; non è forse esperienza comune che il ritmo, che spesso assumono molte nostre giornate ed in esse le relazioni reciproche, ci opprime, è disumanizzante?

Se incontreremo il silenzio, faremo l’incontro con lo Spirito di Dio che ci parla al cuore. Cedendo ed affidandoci faremo così l’esperienza della preghiera, frutto del silenzio.

Il frutto della preghiera è la fede.

Padre mio, mi abbandono a te… sono le belle e profonde parole di una nota preghiera di Charles de Focauld…con una confidenza infinita

Non è forse questa nuda fede?

Padre mio, io mi abbandono a Te,
fa’ di me ciò che ti piace.
Qualunque cosa tu faccia di me,
ti ringrazio.
Sono pronto a tutto, accetto tutto,
purché la tua volontà
si compia in me
e in tutte le tue creature.
Non desidero niente altro, Dio mio;
rimetto l’anima mia nelle tue mani
te la dono, Dio mio,
con tutto l’amore del mio cuore,
perché ti amo.
Ed è per me un’esigenza d’amore
il darmi,
il rimettermi nelle tue mani,
senza misura,
con una confidenza infinita,
poiché Tu sei il Padre mio

Il frutto della fede è l’amore.

Anche San Paolo afferma che dopo aver ricevuto la salvezza per pura grazia, la fede deve essere accompagnata dalla carità: “E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla” (1 Cor 13,2).
E ancora: “Poiché in Cristo Gesù ciò che conta… è la fede che opera per mezzo della carità. (Gal 5,6).
La legge che Cristo ci ha portato è la legge dell’amore (Rm 13,8) e l’amore si mostra attraverso le opere (Rm 2,6).

In conclusione: va detto chiaramente che ci si salva essenzialmente in virtù del sacrificio di Cristo.
Le opere dal sole non bastano.
Ma non basta da sola neanche la fede, perché congiungersi mediante la fede al sacrificio di Cristo, significa morire al proprio egoismo e operare col cuore di Cristo.
Diversamente la fede è morta.

Va ricordato anche che le opere messe in atto dalla fede non si riducono soltanto a visitare i carcerati, ma all’osservanza dei comandamenti di Dio, che sono dieci.
Gesù dice: “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama” (Gv 14,21).
E San Giovanni: “Chi dice: «Lo conosco» e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui” (1 Gv 2,4).

Il frutto dell’amore è il servizio.

Gesù ha detto chiaramente come deve essere il nostro rapporto con il nostro prossimo (Lc. 22, 24-27):

24Sorse anche una discussione, chi di loro poteva esser considerato il più grande. 25Egli disse: «I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori. 26Per voi però non sia così; ma chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve. 27Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve.”

Il frutto del servizio è la pace.

Dice Papa Francesco nel Messaggio (disponibile anche all’interno di questo sito nella pagina “Vangelo di Pace”) per la LIII Giornata di preghiera per la pace (1.1.2020):

“La grazia di Dio Padre si dà come amore senza condizioni. Ricevuto il suo perdono, in Cristo, possiamo metterci in cammino per offrirlo agli uomini e alle donne del nostro tempo. Giorno dopo giorno, lo Spirito Santo ci suggerisce atteggiamenti e parole affinché diventiamo artigiani di giustizia e di pace.”

Buon Anno, buon cammino, in esso LA PACE E’ OGNI PASSO.

Claudio

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