Da un angolo sperduto di mondo

Il piccolo gruppo di laici appartenenti alle diverse parrocchie di Pontedera che sta portando avanti un percorso di approfondimento della fede “per dare saporedi Vangelo alla nostra realtà”, lo scorso 14 maggio ha voluto mettere al centro della riflessione “La forza della Parola – lettera su comunicazione e formazione a 50 anni dalla morte di don Lorenzo Milani” che i Vescovi della Toscana hanno pubblicato nella scorsa estate.

Ci sentiamo interpellati dalla vita e dagli scritti di don Milani e, pertanto, abbiamo voluto iniziare questa riflessione; lo abbiamo fatto con l’aiuto di Riccardo Saccenti, delegato regionale del Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale e di don Andrea Bigalli, referente regionale di Libera.

Impossibile fare un riassunto della serata, e non è lo scopo di queste poche righe.

Piuttosto è fondamentale comprendere l’importanza della conoscenza, lo studio, il confronto sui documenti del Magistero.

I nostri vescovi, con la richiamata lettera “La forza della Parola” mettono a tema sicuramente la Parola con la P maiuscola ma anche il linguaggio in quanto strumento che veicola contenuti e significati, e nel linguaggio emerge la dignità della persona umana.

Il sacerdote Lorenzo Milani trova nell’impegno educativo il modo proprio, peculiare, di combattere la povertà. Prima a Calenzano e poi a Barbiana vede nella povertà educativa, culturale, la radice di ogni altra povertà e pertanto si prende cura di educare i suoi ragazzi all’uso della parola; rimettendo al centro della vita dei poveri la Parola come strumento di liberazione.

Fonda le scuole perchè è preoccupato della evangelizzazione; la Parola per capire anche le altre parole; fa una scuola in modo che le persone abbiano capacità difronte alle domande fondamentali che sono quelle della vita e dei diritti umani fondamentali.

E da un angolo sperduto di mondo, da un briciolo di terra emerge una esperienza di grande rilievo.

Aprendo il Concilio, anche Papa Giovanni XXIII ricorderà alla Chiesa che non si tratta di rimettere in discussione aspetti dogmatici della fede bensì di dare al Vangelo la capacità di parlare agli uomini e alle donne di oggi, ovvero rimettere in comunicazione la Parola con i linguaggi. Il documento conciliare Dei Verbum è veramente straordinario perchè prende la Parola di Dio e la restituisce al popolo di Dio; identificando la Parola di Dio come il cuore pulsante della vita cristiana.

Anche oggi abbiamo a che fare, secondo dati sociologici, con un elevato tasso di analfabetismo funzionale; magari so leggere e scrivere ma non sono in grado di restituire il senso di ciò che ho letto. Chi si trova in questa situazione è autoreferenziale rispetto alla realtà, non interagisce con essa.

Possiamo dire che oggi non siamo alle prese con una povertà di tipo educativo?

Nella comunità educante, nella tenerezza, che è stata Barbiana, i ragazzini e le ragazzine hanno potuto sperimentare un sistema pedagogico valido perchè hanno potuto fare esperienza di gioia di conoscenza e gioia di relazioni; in questo sta la vera esperienza di Dio.

Domandiamoci se anche noi possiamo affermare questo; se l’esperienza dell’incontro con Dio mi rende più libero, più felice, più intelligente, con affezione alla propria esistenza.

Non c’è dubbio che il mondo, al riguardo, si aspetta da noi cristiani questo tipo di testimonianza, altrimenti non saremo mai eloquenti.

Una serata che ci ha lasciato il desiderio di conoscere e di approfondire molti altri temi che sono stati appena accennati, anche per questo motivo possiamo dire sia stata una serata edificante.

Claudio

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