Appuntamento ai crocicchi delle strade

Tu sei cristiano per mezzo della carità:

per nient’altro e a nient’altro.

Se dimentichi la carità, ti rendi assurdo

e se la tradisci diventi mostruoso.

Nessuna giustizia può dispensarti dalla sua legge.

Se ti stacchi da lei per ricevere qualcosa più grande

di lei,

tu preferisci la ricchezza alla vita.

Se ti stacchi da lei per dare qualcosa migliore di lei

tu privi tutto il mondo

del solo tesoro che sei fatto per donare.

La carità non è facoltativa.

Noi siamo liberi da ogni obbligo

ma totalmente dipendenti da una sola necessità:

la carità.

La carità è più che il necessario per esistere

più che il necessario per vivere

più che il necessario per agire.

La carità è la nostra vita eterna.

Quando lasciamo la carità, noi lasciamo la vita.

Un atto senza carità è morte improvvisa,

un atto della carità è una risurrezione immediata.

…La carità è gratuita pur essendo necessaria:

tu non la guadagni come ad un concorso;

la guadagni desiderandola, domandandola,

ricevendola, trasmettendola.

Non s’ impara la carità, se ne fa conoscenza

a poco a poco

imparando a conoscere Cristo.

E’ la fede nel Cristo che ci rende capaci di carità,

è la vita del Cristo che ci rivela la carità,

è la vita del Cristo che ci insegna

come desiderare, domandare, ricevere la carità.

E’ lo spirito del Cristo che ci fa vivi di carità

attivi mediante la carità

fecondi di carità.

Tutto può servire alla carità.

Tutto è sterile senza di lei. Noi stessi per primi.

Prende avvio con questa preghiera – vale davvero la pena di
rileggerla con attenzione – di Madeleine Delbrel, la mistica delle periferie, la riflessione che ho fatto in questi giorni su Solidarietà e Pace.

Merita qui citare un brano della Enciclica
“Sollecitudine sociale della Chiesa” che Giovanni Paolo II ha scritto
nel 1987 (par. 40)

La solidarietà è indubbiamente una virtù cristiana. Già nella precedente esposizione era
possibile intravedere numerosi punti di contatto tra essa e la carità, che è il segno distintivo dei discepoli di Cristo (Gv 13,35). Alla luce della fede, la solidarietà tende a superare se stessa, a rivestire le dimensioni specificamente cristiane della gratuità totale, del perdono e della riconciliazione. Allora il prossimo non è soltanto un essere umano con i suoi diritti e la sua fondamentale eguaglianza davanti a tutti, ma diviene la viva
immagine di Dio Padre, riscattata dal sangue di Gesù Cristo e posta sotto l’azione permanente dello Spirito Santo. Egli, pertanto, deve essere amato, anche se nemico, con lo stesso amore con cui lo ama il Signore, e per lui bisogna essere disposti al sacrificio, anche supremo: «Dare la vita per i propri fratelli» (1 Gv 3,16). Allora la coscienza della paternità comune di Dio, della fratellanza di tutti gli uomini in Cristo, «figli nel Figlio», della presenza e dell’ azione vivificante dello Spirito Santo, conferirà al nostro
sguardo sul mondo come un nuovo criterio per interpretarlo. Al di là dei vincoli umani e naturali, già così forti e stretti, si prospetta alla luce della fede un nuovo modello di unità del genere umano, al quale deve ispirarsi, in ultima istanza, la solidarietà.

 ***

Fin qui, parte di quanto da me già pubblicato in data 30 gennaio u.s., nel presente blog, sotto il titolo “Solidarietà e pace oggi”.

Per quale motivo torno sull’argomento? Forse il caldo torrido ha giocato in questo un brutto scherzo? Prima questione: torno sull’argomento perché ho già abbondantemente parlato nell’ultima pubblicazione “La carità non avrà mai fine” ma la riflessione della mistica delle periferie, rispetto ad essa ne risulta una cartina di tornasole. E’ un
esercizio che ho fatto, un compito a casa che a me è servito ed è pure piaciuto.
Provare per credere.

Seconda questione: il caldo non c’entra niente, almeno quello atmosferico. E’ piuttosto la reazione ad un altro tipo di clima che mi porta a tornare sull’argomento. Il clima che
respiriamo talvolta, tra fratelli nella fede, che non è assente da ipocrisia. E non solo.

Ci sono cristiani che sembrano dilettarsi nel mettere in contrapposizione papa Benedetto con Papa Francesco o questo con Giovanni Paolo II. La domanda che sorge spontanea é: come si fa? come è possibile questo? Di che cosa stiamo parlando?

Ora, senza andare a scomodare la Sacra Scrittura, propongo la lettura del documento sulla “Fratellanza umana, per la pace mondiale e la convivenza comune”.

A mio modesto avviso non pare che l’insegnamento della Chiesa prima di Benedetto sia in contrapposizione con quello dopo Benedetto.

Sinceramente ringrazio Dio perché nonostante le nostre infedeltà Lui è fedele e guida con paterna bontà tutti i suoi figli, a cominciare da coloro che ha scelto, nel corso della
storia, alla guida della Sua Chiesa.

Rispetto ad un documento come quello che segue, non mi sento di dire “purtroppo il Papa lo ha firmato” ma, piuttosto, chiedo aiuto alla fede che non venga meno, anzi aumenti, perché possa essere anch’io una di quelle “persone di buona volontà, presenti in ogni angolo della terra” che dichiarano di adottare la cultura del dialogo come via; la collaborazione comune come condotta; la conoscenza reciproca come metodo e criterio.

Questo è il mio pensiero e desiderio, so di non essere il solo a perseguirlo, so di non essere lasciato solo ad impegnarmi con i miei limiti a praticarlo.

Ringrazio Dio anche per chi non comprende, spero solo sia in buona fede.

Non per merito bensì per grazia so di essere in cammino sulla strada giusta.

Ritengo che chi ha autorità nella Chiesa abbia il dovere di insegnare e, amando,
correggere.

Chi dice di accogliere il Vangelo e contemporaneamente compila l’elenco degli esclusi dal Regno, dica per cortesia di quale Vangelo sta parlando; dubito fortemente si
tratti del Vangelo delle opere:

li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». 20Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?»». 21In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. 22Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona
notizia. 23E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
(Lc. 7, 19-23)

L’appuntamento per tutti è ai crocicchi delle strade perché è anche
questo il momento di chiamare alla festa ed allungare la lista degli invitati.

andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze. Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti netrovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali. (Mt. 22)

Claudio

***

Viaggio apostolico di Sua Santità Francesco

negli Emirati arabi uniti

3-5 Febbraio 2019 

DOCUMENTO SULLA

FRATELLANZA UMANA

PER LA PACE MONDIALE E LA CONVIVENZA COMUNE

PREFAZIONE

La fede porta il credente a vedere nell’altro un fratello da sostenere e da amare.
Dalla fede in Dio, che ha creato l’universo, le creature e tutti gli esseri umani – uguali per la Sua Misericordia –, il credente è chiamato a esprimere questa fratellanza umana, salvaguardando il creato e tutto l’universo e sostenendo ogni persona, specialmente le più bisognose e povere.

Partendo da questo valore trascendente, in diversi incontri dominati da un’atmosfera di
fratellanza e amicizia, abbiamo condiviso le gioie, le tristezze e i problemi del mondo contemporaneo, al livello del progresso scientifico e tecnico, delle conquiste terapeutiche, dell’era digitale, dei mass media, delle comunicazioni; al livello della povertà, delle guerre e delle afflizioni di tanti fratelli e sorelle in diverse parti del mondo, a causa della corsa agli armamenti, delle ingiustizie sociali, della corruzione, delle disuguaglianze,
del degrado morale, del terrorismo, della discriminazione, dell’estremismo e di tanti altri motivi.

Da questi fraterni e sinceri confronti, che abbiamo avuto, e dall’incontro pieno di
speranza in un futuro luminoso per tutti gli esseri umani, è nata l’idea di questo »Documento sulla Fratellanza Umana « . Un documento ragionato con sincerità e serietà per essere una dichiarazione comune di buone e leali volontà, tale da invitare tutte le persone che portano nel cuore la fede in Dio e la fede nella fratellanza umana a unirsi e a lavorare insieme, affinché esso diventi una guida per le nuove generazioni verso la
cultura del reciproco rispetto, nella comprensione della grande grazia divina
che rende tutti gli esseri umani fratelli.

 

DOCUMENTO

In nome di
Dio che ha creato tutti gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignità, e li ha chiamati a convivere come fratelli tra di loro, per popolare la terra e diffondere in essa i valori del bene, della carità e della pace.

In nome
dell’innocente anima umana che Dio ha proibito di uccidere, affermando che chiunque uccide una persona è come se avesse ucciso tutta l’umanità e chiunque ne salva una è come se avesse salvato l’umanità intera.

In nome dei
poveri, dei miseri, dei bisognosi e degli emarginati che Dio ha comandato di soccorrere come un dovere richiesto a tutti gli uomini e in particolar modo a ogni uomo facoltoso e benestante.

In nome
degli orfani, delle vedove, dei rifugiati e degli esiliati dalle loro dimore e dai loro paesi; di tutte le vittime delle guerre, delle persecuzioni e delle ingiustizie; dei deboli, di quanti vivono nella paura, dei prigionieri di guerra e dei torturati in qualsiasi parte del mondo, senza distinzione alcuna.

In nome dei
popoli che hanno perso la sicurezza, la pace e la comune convivenza, divenendo
vittime delle distruzioni, delle rovine e delle guerre.

In nome
della» fratellanza umana «che abbraccia tutti gli uomini, li unisce e li rende uguali.

In nome di
questa fratellanza lacerata dalle politiche di integralismo e divisione e dai sistemi di guadagno smodato e dalle tendenze ideologiche odiose, che manipolano le azioni e i destini degli uomini.

In nome
della libertà, che Dio ha donato a tutti gli esseri umani, creandoli liberi e distinguendoli con essa.

In nome
della giustizia e della misericordia, fondamenti della prosperità e cardini della fede.

In nome di
tutte le persone di buona volontà, presenti in ogni angolo della terra.

In nome di
Dio e di tutto questo, Al-Azhar al-Sharif – con i musulmani d’Oriente e d’Occidente –, insieme alla Chiesa Cattolica – con i cattolici d’Oriente e d’Occidente –, dichiarano di adottare la cultura del dialogo come via; la collaborazione comune come condotta; la conoscenza reciproca come metodo e criterio.

Noi – credenti in Dio, nell’incontro finale con Lui e nel Suo Giudizio –, partendo dalla nostra responsabilità religiosa e morale, e attraverso questo Documento, chiediamo a noi stessi e ai Leader del mondo, agli artefici della politica internazionale e dell’economia mondiale, di impegnarsi seriamente per diffondere la cultura della tolleranza, della convivenza e della pace; di intervenire, quanto prima possibile, per fermare lo spargimento di sangue innocente, e di porre fine alle guerre, ai conflitti, al degrado ambientale e al declino culturale e morale che il mondo attualmente vive.

Ci rivolgiamo agli intellettuali, ai filosofi, agli uomini di religione, agli artisti, agli operatori dei media e agli uomini di cultura in ogni parte del mondo, affinché riscoprano i valori della pace, della giustizia, del bene, della bellezza, della fratellanza umana e della convivenza comune, per confermare l’importanza di tali valori come àncora di salvezza per tutti e cercare di diffonderli ovunque.

Questa Dichiarazione, partendo da una riflessione profonda sulla nostra realtà contemporanea, apprezzando i suoi successi e vivendo i suoi dolori, le sue sciagure e calamità, crede fermamente che tra le più importanti cause della crisi del mondo moderno vi siano una coscienza umana anestetizzata e l’allontanamento dai valori religiosi, nonché il predominio dell’individualismo e delle filosofie materialistiche che divinizzano l’uomo e mettono i valori mondani e materiali al posto dei principi supremi e trascendenti.

Noi, pur riconoscendo i passi positivi che la nostra civiltà moderna ha compiuto nei
campi della scienza, della tecnologia, della medicina, dell’industria e del benessere, in particolare nei Paesi sviluppati, sottolineiamo che, insieme a tali progressi storici, grandi e apprezzati, si verifica un deterioramento dell’etica, che condiziona l’agire internazionale, e un indebolimento dei valori spirituali e del senso di responsabilità. Tutto ciò contribuisce a diffondere una sensazione generale di frustrazione, di solitudine e di
disperazione, conducendo molti a cadere o nel vortice dell’estremismo ateo e agnostico, oppure nell’integralismo religioso, nell’estremismo e nel fondamentalismo cieco, portando così altre persone ad arrendersi a forme di dipendenza e di autodistruzione individuale e collettiva.

La storia afferma che l’estremismo religioso e nazionale e l’intolleranza hanno prodotto
nel mondo, sia in Occidente sia in Oriente, ciò che potrebbe essere chiamato i
segnali di una «terza guerra mondiale a pezzi», segnali che, in varie
parti del mondo e in diverse condizioni tragiche, hanno iniziato a mostrare il
loro volto crudele; situazioni di cui non si conosce con precisione quante
vittime, vedove e orfani abbiano prodotto. Inoltre, ci sono altre zone che si
preparano a diventare teatro di nuovi conflitti, dove nascono focolai di
tensione e si accumulano armi e munizioni, in una situazione mondiale dominata
dall’incertezza, dalla delusione e dalla paura del futuro e controllata dagli
interessi economici miopi.

Affermiamo altresì che le forti crisi politiche, l’ingiustizia e la mancanza di una
distribuzione equa delle risorse naturali – delle quali beneficia solo una
minoranza di ricchi, a discapito della maggioranza dei popoli della terra –
hanno generato, e continuano a farlo, enormi quantità di malati, di bisognosi e
di morti, provocando crisi letali di cui sono vittime diversi paesi, nonostante
le ricchezze naturali e le risorse delle giovani generazioni che li
caratterizzano. Nei confronti di tali crisi che portano a morire di fame
milioni di bambini, già ridotti a scheletri umani – a motivo della povertà e
della fame –, regna un silenzio internazionale inaccettabile.

È evidente a questo proposito quanto sia essenziale la famiglia, quale nucleo fondamentale
della società e dell’umanità, per dare alla luce dei figli, allevarli,
educarli, fornire loro una solida morale e la protezione familiare. Attaccare
l’istituzione familiare, disprezzandola o dubitando dell’importanza del suo
ruolo, rappresenta uno dei mali più pericolosi della nostra epoca.

Attestiamo anche l’importanza del risveglio del senso religioso e della necessità di
rianimarlo nei cuori delle nuove generazioni, tramite l’educazione sana e
l’adesione ai valori morali e ai giusti insegnamenti religiosi, per
fronteggiare le tendenze individualistiche, egoistiche, conflittuali, il
radicalismo e l’estremismo cieco in tutte le sue forme e manifestazioni.

Il primo e più importante obiettivo delle religioni è quello di credere in Dio, di
onorarLo e di chiamare tutti gli uomini a credere che questo universo dipende
da un Dio che lo governa, è il Creatore che ci ha plasmati con la Sua Sapienza
divina e ci ha concesso il dono della vita per custodirlo. Un dono che nessuno
ha il diritto di togliere, minacciare o manipolare a suo piacimento, anzi,
tutti devono preservare tale dono della vita dal suo inizio fino alla sua morte
naturale. Perciò condanniamo tutte le pratiche che minacciano la vita come i
genocidi, gli atti terroristici, gli spostamenti forzati, il traffico di organi
umani, l’aborto e l’eutanasia e le politiche che sostengono tutto questo.

Altresì dichiariamo – fermamente – che le religioni non incitano mai alla guerra e non
sollecitano sentimenti di odio, ostilità, estremismo, né invitano alla violenza
o allo spargimento di sangue. Queste sciagure sono frutto della deviazione
dagli insegnamenti religiosi, dell’uso politico delle religioni e anche delle
interpretazioni di gruppi di uomini di religione che hanno abusato – in alcune
fasi della storia – dell’influenza del sentimento religioso sui cuori degli
uomini per portali a compiere ciò che non ha nulla a che vedere con la verità
della religione, per realizzare fini politici e economici mondani e miopi. Per
questo noi chiediamo a tutti di cessare di strumentalizzare le religioni per
incitare all’odio, alla violenza, all’estremismo e al fanatismo cieco e di
smettere di usare il nome di Dio per giustificare atti di omicidio, di esilio,
di terrorismo e di oppressione. Lo chiediamo per la nostra fede comune in Dio,
che non ha creato gli uomini per essere uccisi o per scontrarsi tra di loro e
neppure per essere torturati o umiliati nella loro vita e nella loro esistenza.
Infatti Dio, l’Onnipotente, non ha bisogno di essere difeso da nessuno e non
vuole che il Suo nome venga usato per terrorizzare la gente.

Questo Documento, in accordo con i precedenti Documenti Internazionali che
hanno sottolineato l’importanza del ruolo delle religioni nella costruzione
della pace mondiale, attesta quanto segue:

– La forte convinzione che i veri insegnamenti delle religioni invitano a restare ancorati
ai valori della pace; a sostenere i valori della reciproca conoscenza, della fratellanza
umana
e della convivenza comune; a ristabilire la saggezza, la giustizia e
la carità e a risvegliare il senso della religiosità tra i giovani, per
difendere le nuove generazioni dal dominio del pensiero materialistico, dal
pericolo delle politiche dell’avidità del guadagno smodato e dell’indifferenza,
basate sulla legge della forza e non sulla forza della legge.

– La libertà è un diritto di ogni persona: ciascuno gode della libertà di credo, di
pensiero, di espressione e di azione. Il pluralismo e le diversità di
religione, di colore, di sesso, di razza e di lingua sono una sapiente volontà
divina, con la quale Dio ha creato gli esseri umani. Questa Sapienza divina è
l’origine da cui deriva il diritto alla libertà di credo e alla libertà di
essere diversi. Per questo si condanna il fatto di costringere la gente ad
aderire a una certa religione o a una certa cultura, come pure di imporre uno
stile di civiltà che gli altri non accettano.

– La giustizia basata sulla misericordia è la via da percorrere per raggiungere una
vita dignitosa alla quale ha diritto ogni essere umano.

– Il dialogo, la comprensione, la diffusione della cultura della tolleranza,
dell’accettazione dell’altro e della convivenza tra gli esseri umani
contribuirebbero notevolmente a ridurre molti problemi economici, sociali,
politici e ambientali che assediano grande parte del genere umano.

– Il dialogo tra i credenti significa incontrarsi nell’enorme spazio dei valori spirituali,
umani e sociali comuni, e investire ciò nella diffusione delle più alte virtù
morali, sollecitate dalle religioni; significa anche evitare le inutili
discussioni.

– La protezione dei luoghi di culto – templi, chiese e moschee – è un dovere
garantito dalle religioni, dai valori umani, dalle leggi e dalle convenzioni
internazionali. Ogni tentativo di attaccare i luoghi di culto o di minacciarli
attraverso attentati o esplosioni o demolizioni è una deviazione dagli
insegnamenti delle religioni, nonché una chiara violazione del diritto
internazionale.

– Il terrorismo esecrabile che minaccia la sicurezza delle persone, sia in Oriente
che in Occidente, sia a Nord che a Sud, spargendo panico, terrore e pessimismo
non è dovuto alla religione – anche se i terroristi la strumentalizzano – ma è
dovuto alle accumulate interpretazioni errate dei testi religiosi, alle
politiche di fame, di povertà, di ingiustizia, di oppressione, di arroganza;
per questo è necessario interrompere il sostegno ai movimenti terroristici
attraverso il rifornimento di denaro, di armi, di piani o giustificazioni e
anche la copertura mediatica, e considerare tutto ciò come crimini
internazionali che minacciano la sicurezza e la pace mondiale. Occorre
condannare un tale terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni.

– Il concetto di cittadinanza si basa sull’eguaglianza dei diritti e dei
doveri sotto la cui ombra tutti godono della giustizia. Per questo è necessario
impegnarsi per stabilire nelle nostre società il concetto della piena
cittadinanza
e rinunciare all’uso discriminatorio del termine minoranze,
che porta con sé i semi del sentirsi isolati e dell’inferiorità; esso prepara
il terreno alle ostilità e alla discordia e sottrae le conquiste e i diritti
religiosi e civili di alcuni cittadini discriminandoli.

– Il rapporto tra Occidente e Oriente è un’indiscutibile reciproca necessità, che
non può essere sostituita e nemmeno trascurata, affinché entrambi possano
arricchirsi a vicenda della civiltà dell’altro, attraverso lo scambio e il
dialogo delle culture. L’Occidente potrebbe trovare nella civiltà dell’Oriente
rimedi per alcune sue malattie spirituali e religiose causate dal dominio del
materialismo. E l’Oriente potrebbe trovare nella civiltà dell’Occidente tanti
elementi che possono aiutarlo a salvarsi dalla debolezza, dalla divisione, dal
conflitto e dal declino scientifico, tecnico e culturale. È importante prestare
attenzione alle differenze religiose, culturali e storiche che sono una
componente essenziale nella formazione della personalità, della cultura e della
civiltà orientale; ed è importante consolidare i diritti umani generali e
comuni, per contribuire a garantire una vita dignitosa per tutti gli uomini in
Oriente e in Occidente, evitando l’uso della politica della doppia misura.

– È un’indispensabile necessità riconoscere il diritto della donna all’istruzione,
al lavoro, all’esercizio dei propri diritti politici. Inoltre, si deve lavorare
per liberarla dalle pressioni storiche e sociali contrarie ai principi della
propria fede e della propria dignità. È necessario anche proteggerla dallo
sfruttamento sessuale e dal trattarla come merce o mezzo di piacere o di guadagno
economico. Per questo si devono interrompere tutte le pratiche disumane e i
costumi volgari che umiliano la dignità della donna e lavorare per modificare
le leggi che impediscono alle donne di godere pienamente dei propri diritti.

– La tutela dei diritti fondamentali dei bambini a crescere in un ambiente familiare,
all’alimentazione, all’educazione e all’assistenza è un dovere della famiglia e
della società. Tali diritti devono essere garantiti e tutelati, affinché non
manchino e non vengano negati a nessun bambino in nessuna parte del mondo.
Occorre condannare qualsiasi pratica che violi la dignità dei bambini o i loro
diritti. È altresì importante vigilare contro i pericoli a cui essi sono
esposti – specialmente nell’ambiente digitale – e considerare come crimine il
traffico della loro innocenza e qualsiasi violazione della loro infanzia.

– La protezione dei diritti degli anziani, dei deboli, dei disabili e degli oppressi è un’esigenza religiosa e sociale che dev’essere garantita e protetta attraverso rigorose legislazioni e l’applicazione delle convenzioni internazionali a riguardo.

A tal fine, la Chiesa Cattolica e al-Azhar, attraverso la comune cooperazione, annunciano e promettono di portare questo Documento alle Autorità, ai Leader influenti, agli uomini di religione di tutto il mondo, alle organizzazioni regionali e internazionali competenti, alle organizzazioni della società civile, alle istituzioni religiose e ai leader del pensiero; e di impegnarsi nel diffondere i principi di questa Dichiarazione a tutti i livelli regionali e
internazionali, sollecitando a tradurli in politiche, decisioni, testi legislativi, programmi di studio e materiali di comunicazione.

Al-Azhar e la Chiesa Cattolica domandano che questo Documento divenga oggetto di ricerca e di riflessione in tutte le scuole, nelle università e negli istituti di educazione e di formazione, al fine di contribuire a creare nuove generazioni che portino il bene e la pace e difendano ovunque il diritto degli oppressi e degli ultimi.

In conclusione auspichiamo che:

questa Dichiarazione sia un invito alla riconciliazione e alla fratellanza tra tutti i
credenti, anzi tra i credenti e i non credenti, e tra tutte le persone di buona
volontà;

sia un appello a ogni coscienza viva che ripudia la violenza aberrante e l’estremismo
cieco; appello a chi ama i valori di tolleranza e di fratellanza, promossi e
incoraggiati dalle religioni;

sia una testimonianza della grandezza della fede in Dio che unisce i cuori divisi ed
eleva l’animo umano;

sia un simbolo dell’abbraccio tra Oriente e Occidente, tra Nord e Sud e tra tutti
coloro che credono che Dio ci abbia creati per conoscerci, per cooperare tra di
noi e per vivere come fratelli che si amano.

Questo è ciò che speriamo e cerchiamo di realizzare, al fine di raggiungere una pace
universale di cui godano tutti gli uomini in questa vita.

Abu Dhabi, 4 febbraio 2019

Sua Santità
Papa Francesco

 

Grande Imam di Al-Azhar
Ahmad Al-Tayyeb

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